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UN PO’ DI STORIA

Nel 1276, tra le terre del Giustizierato di Capitanata, vengono
ricordate anche Montecilfone e S. Andrea di Montecilfone, sui Registri
Angioini. S. Andrea di Montecilfone era una Grangia, ossia un fortino
a difesa dei possessi di un ordine religioso cavalleresco. Infatti il
bosco di Corundoli, sede di questa Grangia, fu poi possesso dei
Cavalieri di Malta e dipendeva dalla loro commenda di S. Angelo in
Palazzo, che aveva sede in Acquaviva.
Nel 1295 i beni di questo convento passarono dal Monastero di S.
Priminiano ( con sede a Larino) ai Cavalieri Gerosolimitani ( poi
detto di Rodi) e da questi passarono ai Cavalieri di Malta. Proprio
con i Cavalieri di Malta, nel secolo scorso, il comune di Montecilfone
sostenne una lunga lite per la rivendica del bosco di Corundoli.
Il bosco è stato attribuito a Montecilfone con sentenza della
Commissione Feudale del 30 giugno 1810.
Sulla base delle fonti documentarie si possono ricostruire le pratiche
e le consuetudini antropiche del bosco, quindi la sua storia.
Una fonte di primaria importanza per l’individuazione delle forme di
uso dell’area boscata sono i verbali statistici.
Gli elementi conoscitivi contenuti nei verbali vanno dalle
caratteristiche demografiche del comune, alla superficie e ai confini
di quest’ultimo, includendo gli aspetti morfologici, idrografici e
podologici, i caratteri del soprassuolo boschivo come la composizione
specifica, il numero, le dimensioni e la distribuzione delle diverse
specie sulla superficie del bosco. Oltre a queste informazioni, i
“verbali” forniscono una serie di dati riguardanti le potenzialità
produttive del bosco, indicando la presenza di infrastrutture e la
distanza dai fiumi e dal mare, l’esercizio del legnatico e del
pascolo, gli assortimenti ricavabili dal legnarne.
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