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La malattia di
Alzheimer è una sindrome a decorso cronico e
progressivo che colpisce circa il 5% della popolazione al di sopra dei
65 anni. Rappresenta la causa più comune di demenza nella popolazione
anziana dei paesi occidentali. Il rischio di contrarre la malattia
aumenta con l'età: si stima che circa il 20% della popolazione ultra
ottantacinquenne ne sia affetta.
Non si tratta tuttavia di una
malattia che colpisce i soli anziani, esistono, infatti, casi sporadici
di persone che possono presentare un esordio precoce della malattia
prima della quinta decade di vita.
Questa malattia prende il nome dal neurologo tedesco Alois Alzheimer
(1864-1915) che nel 1907 ne descrisse per primo le caratteristiche. Il
tessuto cerebrale dei soggetti da lui osservati presentava riduzione
della cellule nervose e placche senili visibili anche a occhio nudo.
Successivamente, con l'utilizzo di procedure di osservazione
microscopica con colorazioni chimiche, evidenziò su porzioni
predefinite di cervello la presenza di ammassi proteici non
degradabili e solubili che compromettono la funzionalità cerebrale. La
malattia evolve quindi attraverso un processo degenerativo che
distrugge lentamente e progressivamente le cellule del cervello e
provoca un deterioramento irreversibile di tutte le funzioni cognitive
superiori, come la memoria, il ragionamento e il linguaggio, fino a
compromettere l'autonomia funzionale e la capacità di compiere le
normali attività quotidiane. L'inizio è generalmente insidioso e
graduale e il decorso lento, con una durata media di 8-10 anni dalla
comparsa dei sintomi.
Sitografia essenziale:
http://www.politichesociali.vt.it/ARanziani/flz/alz.pdf
http://www.progettoalzheimer.org/demenza.asp
http://www.dadinosandrina.com/Nursing/Patologie/Morbo_di_Alzheimer/Vivere.htm
http://www.politichesociali.vt.it/ARanziani/flz/alz.pdf
http://web.tiscalinet.it/laboratory/mal.htm
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