Gabriele Pulli
Note sull'Inconscio come insiemi infiniti di Ignacio Matte Blanco
1. La riflessione teorica dello psicoanalista cileno Ignacio Matte Blanco è profondamente radicata nel pensiero psicoanalitico, nella concezione freudiana e nei suoi sviluppi kleiniani e bioniani; inoltre intrattiene rapporti molto stretti con momenti importanti del pensiero filosofico, dai frammenti di Parmenide alla teoria sartriana delle emozioni, a tutto il versante dell'epistemologia.
Ma la sua opera fondamentale L'inconscio come insiemi infiniti (1975), è soprattutto un testo radicalmente aperto, attraversato da un problema irrisolto che autorizza, se non esige, un ripensamento oltre se stesso.
Il presente scritto si propone di evidenziare questo problema e di suggerirne una soluzione che sia, nel contempo, un contributo alla definizione della natura dell'inconscio (1).
2. Riferendosi alla concezione freudiana successiva alla svolta costituita dall'Io e l'Es (1923), Matte Blanco lamenta di non poter "più riconoscere in essa quella cosa meravigliosa e misteriosa dei primi scritti di Freud" (2). E la caratteristica essenziale della sua opera, è proprio nell'intensità con la quale pone l'esigenza di una riflessione sul senso della nozione freudiana di inconscio: proprio in questa percezione dell'inconscio come una realtà meravigliosa e, insieme, essenzialmente misteriosa.
Com'è noto, nell'Io e l'Es, Freud articola la definizione della vita psichica sulle tre istanze dell'Es, dell'Io e del Super-Io, piuttosto che sulla polarità inconscio-coscienza con il risultato, secondo Matte Blanco, di ridurre l'inconscio a una semplice qualità: la qualità di un determinato contenuto di essere inconscio, laddove nel `primo Freud' questo si presenta come una realtà autonoma, anzi, come "la vera realtà psichica" (3).
L'aspirazione dell'Inconscio come insiemi infiniti, quindi, si presenta come quella di restituire all'inconscio l'originaria dignità di realtà piuttosto che di qualità e, soprattutto, di pensare questa realtà: di comprenderla, afferrandone in qualche modo la natura meravigliosa, interrogandosi al tempo stesso sulla possibilità di questa comprensione, sulla possibilità di sottrarla al mistero (4).
3. Un primo fondamentale esito di questo progetto è la definizione dell'inconscio come un aspetto costitutivo di qualcosa di tuttavia più ampio: "un modo di essere ha la (...) (caratteristica) di essere inconscio come aspetto costitutivo della sua natura o della sua struttura" (5).
In sostanza, per Matte Blanco, "la fondamentale scoperta di Freud non è quella dell'inconscio (...) ma quella di un mondo - che egli sfortunatamente chiamò l'inconscio - retto da leggi completamente diverse da quelle da cui è retto il pensiero cosciente" (6). L'essere inconscio è "una, ma solo una delle caratteristiche di questo mondo" (7).
Questo modo di essere retto da leggi diverse da quelle del pensiero cosciente, che cioè implica l'inconscio, viene definito "modo di essere simmetrico o modo simmetrico. Quest'espressione è corretta e concisa e descrive in una sola parola la sua vera natura" (8).
Questa definizione si radica nella logica che ispira questo modo di essere: la logica simmetrica. Si possono distinguere due generi fondamentali di relazioni logiche: le relazioni simmetriche e le relazioni asimmetriche. La relazione logica tra cugini - secondo un esempio dello stesso Matte Blanco - è simmetrica, in quanto ciascun suo elemento ha con l'altro lo stesso rapporto logico che l'altro ha con sé. La relazione tra zio e nipote, invece, è asimmetrica, in quanto il rapporto logico che ha lo zio con il nipote è inverso a quello che il nipote ha con lo zio.
Ora, oltre a una modalità che distingue questi due generi di relazione, che definisce per questo logica bivalente - e che non è altro che la logica comune, la logica aristotelica basata sul principio di non contraddizione - Matte Blanco scopre nella mente umana una modalità che ignora la distinzione tra i due generi di relazioni logiche, che tratta tutte le relazioni, anche quelle asimmetriche, come se fossero simmetriche. Questa modalità è ispirata da un "principio di simmetria" ed è definita per questo "logica simmetrica".
Per rimanere nell'esempio precedente, per la logica simmetrica lo zio è contemporaneamente nipote del suo stesso nipote, il quale è zio del suo stesso zio, poiché per essa se vale una relazione vale anche la relazione inversa.
Ora, il modo di essere simmetrico - o semplicemente essere simmetrico - rende conto dell'inconscio in quanto ha la conseguenza necessaria di essere inconscio: "E' interessante notare che la qualità di essere inconscio è una conseguenza necessaria e solo in questo senso indiretto una proprietà costitutiva dell'essere simmetrico" (9).
Questa conseguenza non deriva dalla natura dell'essere simmetrico stesso ma dalla natura della coscienza: "La qualità di essere inconscio non inerisce o è inevitabilmente essenziale all'essere simmetrico. E', invece, una conseguenza della natura della coscienza che non può in sé contenerlo" (10). L'essere simmetrico è inconscio in virtù della sua esuberanza, della sua ricchezza eccessiva rispetto alla possibilità della coscienza di contenerlo.
Questa sua caratteristica è la conseguenza di un corollario del principio di simmetria, derivante dalla sua applicazione alla relazione tra la parte e il tutto. Poiché la parte è compresa nel tutto, per la logica simmetrica, anche il tutto è compreso nella parte. Poiché una madre, ad esempio, è parte dell'insieme delle madri, per il principio di simmetria vale anche la relazione inversa secondo la quale l'insieme delle madri è parte della singola madre.
Peraltro, l'insieme delle madri è, a sua volta, compreso nell'insieme delle donne e l'insieme delle donne nell'insieme del genere umano, e così via. Sicché, poiché per ciascuna di queste relazioni parte-tutto vale anche la relazione inversa, il singolo, determinato essere finisce con il coincidere con l'essere nella sua totalità, acquisendo un'estensione incontenibile perla coscienza che "per sua natura (...) non può focalizzare più di una cosa alla volta" (11).
In quello che Matte Blanco definisce "l'inconscio più profondo", ciascun essere è vissuto in questo modo (12). E, se l'inconscio è "la vera realtà psichica", questo è l'autentico vissuto.
Probabilmente è in questo rivelarsi del principio di simmetria fonte di un infinito arricchimento dell'esperienza, di un'incontenibile pienezza della vita, che si radica la percezione dell'inconscio come una "realtà meravigliosa".
4. Identificando la parte con il tutto, il principio di simmetria identifica anche le parti tra loro, poiché ciascuna di esse coincide con il tutto. Il principio di simmetria, in sostanza, è un principio di unificazione dell'essere, un principio che dissolve tutte le distinzioni in un'unità assoluta, priva di differenze, priva di discontinuità e, quindi, di articolazioni interne. Non per nulla, in un secondo momento, Matte Blanco preferirà definire l'essere simmetrico "totalità omogenea indivisibile" (13).
Ma come si deve intendere questa totalità, quest'essere assolutamente privo di discontinuità? la corrispondenza tra la parte e il tutto che lo caratterizza è solo un arricchirsi della parte in virtù del tutto o è anche, contemporaneamente, un perdersi della parte nel tutto? il principio di simmetria, applicato fino in fondo, si risolve in un arricchimento infinito o in una dissoluzione? dà luogo ad un essere infinito o non dà luogo a nulla?
"Se ora ritorniamo a considerare l'essere simmetrico ci troviamo di fronte a difficoltà radicali quando cerchiamo di pensarlo. Senza avere relazioni asimmetriche nel nostro pensiero non vi è spazio, tempo né movimento. Possiamo solo dedurre o inferire l'essere simmetrico, non possiamo immaginarlo perché la nostra immaginazione lavora con fenomeni spazio-temporali. Una realtà aspaziale e atemporale è come qualcosa che non esiste, in qualche modo evoca la morte. L'essere senza avvenimento ci sembra non-essere piuttosto che essere. Forse tutto ciò è dovuto alla limitazione della nostra coscienza che, per essere capace di apparire solo in termini di avvenimento, fa sì che vediamo il muto silenzio dell'essere senza spazio e senza tempo come se fosse nulla o non-essere" (14).
L'essere simmetrico implica l'assenza del tempo perché il principio di simmetria, identificando la relazione tra il prima e il poi con il suo inverso, rende il prima e il poi equivalenti ed annulla la nozione del tempo. Analogamente, identificando la successione spaziale con il suo inverso, il principio di simmetria annulla la nozione di spazio. Ne consegue che si annulla anche la nozione di avvenimento che presuppone le nozioni di spazio e di tempo, che definisce l'accadere di qualcosa in uno spazio e in un tempo.
Questo passo concede che un essere così inteso possa apparire non-essere, fino a evocare la morte. Tuttavia nega che questa apparenza corrisponda alla realtà, e la attribuisce piuttosto a un limite della coscienza, della capacità della coscienza di pensare l'essere simmetrico. E' il pensiero cosciente che, ancorato alla funzione spazio-temporale, fraintende come nulla un qualcosa che non può ricondurre alle sue dimensioni, che non è inesistente ma soltanto diverso da sé.
Non si può dire, tuttavia, che Matte Blanco non abbia dei dubbi a questo proposito, che riconduca senz'altro la nullità dell'essere simmetrico a un misconoscimento. In un passo successivo, emerge una diversa, opposta, interpretazione: "Quando (...) il principio di simmetria si applica a collezioni di oggetti sempre più ampie (...) alla fine troviamo un solo grande insieme o collezione. In questo insieme, in accordo con il principio di simmetria, ogni cosa è identica a qualsiasi altra e non si può differenziare da essa. In tal caso il pensiero - o forse la vita mentale - è impossibile. La simmetria totale coincide con la completa assenza di coscienza e forse (in questo contesto) anche con l'assenza della mente" (15). Questi forse racchiudono una tensione irrisolta che sottende l'intero arco della riflessione dell'Inconscio come insiemi infiniti, emergendo di tanto in tanto alla sua superficie. Essi avanzano il dubbio che la totale simmetria implichi non soltanto l'assenza della coscienza ma anche - il che è ben diverso - l'assenza della mente. Avanzano il dubbio che l'essere simmetrico puro, e quindi l'inconscio più profondo si risolva nel nulla: che non sia un vissuto talmente ricco, talmente intenso da non poter essere compreso dalla coscienza, ma che non sia affatto un vissuto, che non sia nulla.
In un passo immediatamente successivo, questo dubbio si trasforma in certezza: "Andando più in profondità arriviamo finalmente alla regione ora menzionata, di una sola classe o insieme che da questo punto di vista può essere considerata come la regione della totale assenza di relazioni asimmetriche. Ciò è incompatibile con il pensiero, il sentimento, il vissuto" (16). Come si vede, qui Matte Blanco afferma chiaramente che non è la coscienza a `mancare' l'essere simmetrico fraintendendolo come nulla, che non è solo il pensiero a rivelarsi "incompatibile con l'assenza di relazioni asimmetriche" ma anche il sentimento e il vissuto: qui è l'essere simmetrico stesso che si risolve in un non vissuto, che si risolve nel nulla.
Se non si dimentica che l'essere simmetrico è ciò che rende conto dell'inconscio, si vede come questa conclusione equivalga di fatto ad una negazione dell'esistenza stessa dell'inconscio e, quindi, del fondamento della teoria psicoanalitica. In sostanza, qui, l'inconscio non è soltanto non pensato ma è pensato come inesistente, il che è ben diverso.
Questa conclusione, quindi, non può che essere un effetto indesiderato. E infatti non sarà sostenuta durevolmente, lascerà il posto alla tensione a definire la realtà dell'essere simmetrico e dell'inconscio, anche se questa tensione rimarrà irrisolta: "Vorrei tornare, anche se solo brevemente, su questa fondamentale ed oscura questione. Per la nostra coscienza (umana) essere equivale ad accadere. Eppure abbiamo imparato a conoscere essere senza alcun avvenimento: l'essere simmetrico. Che cos'è quest'essere immobile in noi? (...) Si rimane frustrati" (17).
Questa difficoltà di cogliere la realtà dell'essere simmetrico affonda le radici nella natura della logica che lo definisce. La logica simmetrica, infatti, non è autonoma, sufficiente a se stessa, ma si appoggia necessariamente sulla logica bivalente, è anaclitica, secondo la definizione dello stesso Matte Blanco (18). Essa, cioè, presuppone la logica bi-valente che, distinguendo relazioni asimmetriche da relazioni simmetriche, è in grado di distinguere la parte dal tutto e, con ciò, di distinguere un essere da un altro essere, laddove la logica simmetrica determina fusioni tra un essere e un altro. La logica simmetrica, in sostanza, è un dissolvente delle distinzioni che la logica bi-valente stabilisce e, quindi, presuppone queste distinzioni. E' per questo motivo che è dipendente dalla logica bi-valente, che è non pensabile ma anche non esistente senza di essa. Ed è questa la ragione profonda per cui sulla sua base non si riesce a cogliere l'essere simmetrico in sé, e - conseguentemente - non si riesce a riconoscere nell'inconscio una realtà autonoma, originaria (19).
Ma si può superare questa difficoltà? riconoscere all'inconscio una logica autonoma, sufficiente a se stessa? si può esorcizzare la frustrazione di cui parla Matte Blanco? La frustrazione del promettersi dell'essere simmetrico come fonte di un infinito arricchimento dell'esperienza, dell'inconscio come una realtà meravigliosa che si risolve nell'impossibilità di cogliere queste realtà e, infine, nella negazione della loro stessa esistenza?
5. A questo punto, si comprende chiaramente quanto sia necessario ripensare il tema fondamentale dell'Inconscio come insiemi infiniti oltre se stesso.
Per incamminarsi su questa strada, per impedire che la nozione di inconscio svanisca nel nulla, è opportuno riflettere proprio sul rapporto tra l'inconscio e il nulla. Si è detto che l'inconscio non può non essere, non può essere nulla. Ma che rapporto intrattiene con il nulla? Che rapporto c'è tra l'inconscio e il nulla?
Il `luogo' più proprio per affrontare questa domanda è il tema freudiano dell'assenza inconscia di negazione: "nell'analisi non si (...) scopre alcun `no' proveniente dall'inconscio" (20); e questo perché "ciò che chiamiamo `inconscio' - gli strati più profondi della psiche, fatti di moti pulsionali - non conosce alcunché di negativo, non conosce la negazione" (21). All'inconscio manca la dimensione del negativo, cioè - in sostanza - manca la nozione stessa del nulla.
Questa caratteristica dell'inconscio è profondamente, essenzialmente enigmatica. Matte Blanco la definisce "singolare" e, indirettamente, persino "sconcertante" (22); e quando si riferisce ad essa per la prima volta confessa di superare con ciò una precedente titubanza: "Dopo quanto detto, mi sembra che possiamo (...) (prendere in considerazione) l'assenza di negazione, che nella versione precedente di questo scritto avevo creduto potesse essere un principio della logica del sistema inconscio, sebbene non osassi affermarlo" (23).
Questa iniziale prudenza e la successiva perplessità di Matte Blanco dinanzi a questa caratteristica dell'inconscio sono a loro volta singolari e comunque - per quel che ci riguarda - estremamente significative. Soprattutto se si pensa all'assoluta centralità che questa caratteristica assume se ci si riferisce all'inconscio proprio nei termini della sua concezione.
Infatti, affermare che all'inconscio manca la nozione del nulla significa affermare che per esso il non essere non è. E - com'è noto - proprio sulla base di questa affermazione, Parmenide ha attribuito all'essere quelle stesse caratteristiche di assoluta unità, di assoluta indivisibilità che Matte Blanco attribuisce all'essere simmetrico, al punto di definirlo, in un secondo momento, "totalità omogenea indivisibile".
E' l'assenza della nozione del nulla a impedire di dividere l'essere in elementi discreti, perché la discontinuità implica il nulla: implica un frammento di non essere tra un elemento e un altro.
Peraltro, non sarebbe difficile ricondurre tutte le altre caratteristiche che Freud attribuisce all'inconscio (l'atemporalità, la condensazione, l'indifferenza di realtà esterna e interna, la stessa assenza di contraddizione, etc.), e che Matte Blanco riconduce al principio di simmetria, all'assenza della nozione del nulla. Queste, infatti, consistono tutte nell'assenza di soluzioni di continuità, nell'assenza di un frammento di nulla tra un qualcosa e qualcos'altro.
Ma cosa sarebbe successo se Matte Blanco avesse osato più tempestivamente prendere in considerazione l'assenza di negazione in rapporto alla logica dell'inconscio? e, soprattutto se, nel farlo, non si fosse limitato ad individuare questo rapporto ma lo avesse dispiegato, ne avesse estratte delle conseguenze?
Si è detto che l'assenza di negazione corrisponde alla proposizione "il non essere non è". Ora, questa proposizione si basa sul principio di non contraddizione: il non essere non è perché se si ammettesse che fosse ciò sarebbe contraddittorio. E' immediatamente evidente, quindi, come fondare l'inconscio sull'assenza di negazione equivale a fondarlo sul principio di non contraddizione, in particolare su quella sua forma radicale, estrema implicita nella proposizione parmenidea "il non essere non è" (24). Ora, questo significa riconoscergli compiutamente una logica, una logica assolutamente rigorosa e del tutto sufficiente a se stessa, per nulla dipendente da un'eventuale altra logica, come nel caso della logica simmetrica (25). Si determina così il presupposto fondamentale per poter finalmente riconoscere nell'inconscio una realtà autonoma, la "vera realtà psichica".
6. Per attuare compiutamente questo riconoscimento, è necessario rendersi conto che l'essere simmetrico, il puro essere senza frammenti di nulla, che si è visto dissolversi in un non vissuto se `preso in se stesso', non è l'unico esito dell'espressione "il non essere non è". Da quest'espressione deriva anche un altro esito fondamentale, perché essa - nascosto al di sotto di quello esplicito e comunemente riconosciuto come unico - contiene anche un altro significato fondamentale. Questo consiste nell'affermazione secondo la quale il non essere è non essere. Che il non essere non sia, cioè, non vuol dire, in questo caso, che non esista, che non ci sia, ma vuol dire che esso esiste, che c'è, ma che non va scambiato per essere, che va - per così dire - preso sul serio, che va - appunto - considerato non essere. Non a caso l'espressione parmenidea nella sua interezza è "l'essere è, il non essere non è". Se l'essere è e il non essere non è vuol dire anche che l'essere è essere e il non essere è non essere, che le due sfere non vanno confuse, che il non essere non può in nessun modo essere ricondotto all'essere. Ne deriva che se all'inconscio manca la nozione del nulla, cioè se per esso vale la logica secondo la quale il non essere non è, esso vive anche il puro, assoluto nulla, che in esso c'è anche un vissuto del nulla (26).
Ora, è proprio l'individuazione di questo vissuto del nulla a consentire di pensare l'inconscio come esistente piuttosto che inesistente. Si è visto, infatti, che l'essere simmetrico, che rende conto dell'inconscio, è inesistente in se stesso, esiste solo in virtù della relazione con qualcos'altro. E si è visto che il modo asimmetrico, che nel testo di Matte Blanco è questo qualcos'altro è alla radice non della profondità ma della superficialità della psiche, non dell'inconscio ma piuttosto della coscienza, per cui la realtà dell'inconscio in sè svanisce nel nulla. Se, invece, si considera l'essere simmetrico in relazione a qualcosa di altrettanto inconscio, in relazione, appunto, al vissuto inconscio del nulla, si riesce a riconoscere all'inconscio una realtà autonoma, lo si riesce a pensare come un qualcosa di originario.
Al tempo stesso, in virtù appunto della sua compresenza con il vissuto del nulla, l'essere simmetrico si rivela come un vissuto piuttosto che un non vissuto. Si può pensare, infatti, che esso mutui il suo carattere di vissuto dal vissuto del nulla, che sia un vissuto in quanto reazione psichica a un più profondo e originario vissuto del nulla. Si può pensare, cioè, che l'assoluto vuoto, l'assoluta mancanza, apra uno spazio infinito che viene immediatamente, contestualmente, colmato da una ricchezza infinita che esso stesso produce.
In questo modo, si riesce ad individuare la fonte del puro essere, di quell'infinito arricchimento dell'esperienza proprio dell'essere simmetrico. Al tempo stesso, si approda ad una determinata definizione dell'inconscio secondo la quale esso è ciò che Freud ha riconosciuto in esso, l'insieme delle caratteristiche che gli ha attribuito e che Matte Blanco ha riformulato attraverso la nozione di essere simmetrico, ma anche, contemporaneamente, il suo opposto speculare (27): secondo la quale esso è, insieme, vissuto del puro essere e vissuto del nulla (28).
Come si vede - e come si prospettava all'inizio di questo scritto - la soluzione del problema aperto dell'Inconscio come insiemi infiniti di riconoscere la realtà dell'inconscio, offre contemporaneamente un contributo alla definizione della natura di questa realtà (29), sottrae un frammento di verità al mistero della sua meravigliosa ricchezza.
Note
1) In questo modo emergeranno anche ulteriori, problematici, rapporti con il pensiero filosofico. A questo proposito, vedi la nota 28.
2) I. Matte Blanco, The Unconscius as Infinite Sets - An Essay in bi-logic, tr. it. L'inconscio come insiemi infiniti - Saggio sulla bi-logica, Einaudi, Torino, 1981, p. 73.
3) Ibidem, p. 74.
4) La centralità del problema della pensabilità dell'inconscio nella concezione di Matte Blanco è rilevata da Fiorangela Oneroso: "Si profila, qui, il nodo problematico forse centrale del testo: quello di pensare la realtà psichica dell'inconscio che per sua natura è impensabile" (1992) Memoria, tempo, desiderio - Affetti e conoscenza in psicoanalisi, Idelson, Liviana, Napoli, p. 188, corsivi miei.
5) Ibidem, p. 107.
6) Ibidem, p. 105.
7) Ibidem, p. 105n.
8) Ibidem, p. 107.
9) Ibidem, p. 107.
10) Ibidem, p. 109.
11) Ibidem.
12) In effetti, Matte Blanco considera i fenomeni inconsci come costituiti dall'interazione dei due modi di essere, simmetrico e asimmetrico. Tuttavia - ed è quello che conta ai fini del presente discorso - egli fa corrispondere il livello di profondità di un determinato fenomeno con i livello di presenza della componente simmetrica, per cui alla presenza del solo modo simmetrico riserva la definizione di "inconscio più profondo".
13) In un altro fondamentale testo Pensare, sentire, essere, Matte Blanco introduce un'ulteriore variazione di questo tema: "Quando nel capitolo XXVIII (...) dell'Inconscio come insiemi infiniti introducevo la nozione dei due modi di essere dell'uomo, scrissi: <<la totalità omogenea indivisibile>>. Ulteriori riflessioni mi hanno portato ad abbandonare la parola <<omogeneo>> e adesso tendo a parlare solo di totalità indivisibile o di modo indivisibile" (Thinking, Feeling, and Being, tr. it.,Pensare, sentire, essere, Einaudi, Torino, 1995, p. 107).
14) Ibidem, p. 116.
15) Ibidem, p. 167, corsivi miei.
16) Ibidem.
17) Ibidem, p. 354, corsivo mio.
18) "Il concetto di `logica simmetrica' già si appoggia sulla logica bivalente. E' anaclitico" (Ibidem, p. 346).
19) Questa circostanza è confermata dall'evoluzione che L'inconscio come insiemi infiniti ha a partire dal XXVIII capitolo, nel quale Matte Blanco preferisce definire "totalità omogenea indivisibile" ciò che fino ad allora aveva definito essere simmetrico e "modo eterogenico dividente" ciò che prima aveva definito modo asimmetrico. Ciò che è significativo per il presente discorso è la ragione di queste variazioni terminologiche: "mentre nel caso di simmetrico-asimmetrico l'intera copstruzione logica presuppone e parte dal concetto di asimmetrico, in questo caso, invece, sembra esserci solo una priorità verbale, quella di divisibile sulla sua negazione: indivisibile. Per quanto riguarda la realtà stessa, il concetto di divisibile sembra essere almeno sullo stesso piano del concetto di divisibile. Sembra che ambedue le realtà dell'uomo siano, in questa concezione, messe una di fronte all'altra e non unaderivata dall'altra" (Ibidem, p. 394). La nozione di simmetria presuppone logicamente quella di asimmetria, mentre quella di non divisibile, presuppone solo verbalmente, quella di divisibile, nella realtà sembra essere almeno sullo stesso piano. E quell'almeno testimonia di una tendenza a far prevalere sul piano logico il primo piuttosto che il secondo termine.
E, infatti, questa tendenza non manca di compiersi: "Riflettendo (...) si arriva a vedere che il mondo è dato come totalità e comunque lo si descriva (...) la totalità è sempre presente. In breve, la totalità indivisa precede la divisione in fatti di questa totalità. Credo che possiamo andare oltre e dire che la cosa fpndamentale è la totalità o realtà omogenea indivisibile. Forse ciò equivale a dire la stessa cosa che Freud disse quando affermò che l'inconscio è la vera realtà psichica" (Ibidem, p. 402).
Ora, a questa totalità Matte Blanco attribuisce la stessa ricchezza d'esperienza che aveva attribuito all'essere simmetrico, essa cioé gli appare come una pienezza della vita, come una vita che non conosce la morte: "Questa totalità omogenea indivisibile è aliena alla nozione di morte" (Ibidem, p. 386). Tuttavia anch'essa, se considerata in se stessa, svanisce nel nulla, si risolve in un non vissuto: "riflettendo si potrebbe vedere che, per certi aspetti, la vita è anche concepita come una successione di eventi. In quanto tale, la totalità omogenea e indivisibile è anche aliena al concetto di vita" (Ibidem). E, in nota, aggiunge: "Ringrazio mia moglie Luciana Bon per aver attirato la mia attenzione su ciò. Avevo solo pensato alla morte e non mi era venuto in mente che, da un certo punto di vista, la stessa cosa poteva essere detta della vita" (Ibidem, p. 387n).
Anche il concetto di totalità omogenea, quindi, si risolve in qualcosa di "alieno al concetto di vita", cioé in un non vissuto. Non a caso, Matte Blanco è costretto anche in questo caso a contraddirsi con quanto aveva sostenuto prima, quando aveva riconosciuto che "la cosa fondamentale è la totalità o realtà omogenea indivisibile", per ribadire che "tutte le manifestazioni psiche umane sono il risultato della interazione (...) tra ambedue i modi di essere" (Ibidem, p. 389).
Questo significa che attraverso la nozione di "totalità omogenea indivisibile Matte Blanco si avvicina di più al riconoscimento dell''inconscio come una realtà autonoma, come la "vera realtà psichica", ma che questo cammino resta incompiuto.
20) S. Freud, Die Verneinung, tr. it. La negazione, in OSF, vol. X, p. 201.
21) S. Freud, tr. it. Considerazioni attuali sulla guerra e la morte, in OSF, vol. VIII, p. 144.
22) I. Matte Blanco, Op. cit., p. 390 e p. 401.
23) Ibidem, p. 52.
24) Appare evidente, a questo punto, quanto sia necessario emanciparsi dall'opinione diffusa secondo la quale la coscienza seguirebbe le leggi della logica in quanto rispetterebbe il princiopio di non contraddizione e l'inconscio sarebbe illogico in quanto non le rispetta. Ma è anche necessario andare al di là della più raffinata concezione di Matte Blanco secondo la quale nell'inconscio vige una logica - la logica simmetrica - consistente, tuttavia, nella dissoluzione non nell'assunzione del principio di non contraddizione. Questa assunzione della proposizione "il non essere non è" come logica dell'inconscio, non intende affatto escludere il valore della logica simmetrica, il contributo che da essa deriva all'illuminazione di fenomeni psichici altrimenti incomprensibili. Semplicemente ne precisa la collocazione, definisce il suo ruolo non come logica dell'inconscio ma come logica del manifestarsi dell'inconscio al pensiero cosciente, di rapporto tra l'inconscio e la coscienza. Probabilmente, tuttavia, questo ruolo può essere ulteriormente ripensato. In proposito vedi la nota 26.
25) A questo punto, si pone un altro problema: se la logica dell'inconscio si basa sul principio di non contraddizione come la logica del pensiero cosciente in cosa consiste la loro differenza? e come può definirsi il loro rapporto? Cercherò di dedicare a queste domande un lavoro specifico. Noterei, tuttavia, come già sulla base di ciò che si è detto si intravede la possibilità di identificare un elemento unificante le due logiche, elemento che - in questo caso - non sarebbe altro che lo stesso principio di non contraddizione. In tal modo, si configurerebbe una soluzione di un problema ben presente nella riflessione di Matte Blanco, che suggerisce ed auspica l'individuazione di una logica che sia in grado di rendere conto del modo di operare sia dell'inconscio che della coscienza: "possiamo sospettare che sia possibile concepire una logica di più dimensioni che comprenda la logica classica e quella simmetrica come sottostrutture in sottospazi propri (...) Ho solo voluto porre questo problema. "La possibilità di una sua soluzione è rinviata a un futuro che dista dal presente alcuni o diversi anni di duro lavoro" (Thinking, Feeling, and Being, Op. cit., p. 106).
26) Risulta contraddetta, a questo punto, l'opinione diffusa secondo la quale l'assenza di negazione che Freud attribuisce all'inconscio testimonierebbe dell'impossibilità di un rapporto dell'inconscio con il nulla.
27) Si può ipotizzare, forse, che questa specularità dei due aspetti del vissuto inconscio, questo loro essere simmetricamente opposti, definisca un `luogo' in cui situare, ripensandola, la logica simmetrica.
28) Tutti i fenomeni psichici, potrebbero dunque essere ripensati sulla base di questa conclusione. Per quello che riguarda la sfera del non verbale, la sfera di ciò che è solo sensazione e non ha riscontri nel pensiero cosciente, e per ciò che riguarda il, tema del desiderio, rimando a un mio scritto Il desiderio come sensazione pura, che sarà pubblicato tra gli atti del convegno Polifonie dell'estetica, tenutosi a Salerno nel giugno del 1995.
Ma penso anche al rapporto tra la logica dell'inconscio e quella della coscienza, al rapporto tra affetti e pensiero, al quale vorrei dedicare un lavoro specifico.
29) In questo modo, inoltre, emergono anche ulteriori, problematici, rapporti con momenti del pensiero filosofico, ad esempio con il Sartre dell'Essere e il nulla o con l'Heidegger dell'Introduzione alla metafisica, ma anche con le più svariate circostanze in cui è in questione il rapporto della mente con il nulla.