BASSA AUTOSTIMA.

 

Domanda

 

Salve, dottor Vecchiarelli, il mio nome è Laura, ho 32 anni e sono di un paese della provincia di Campobasso.

Le scrivo perché, nel leggere la rubrica che cura sul mensile “Perché”, mi sono resa conto che riesce a dare ai suoi lettori sempre dei consigli utili e puntuali. Spero vivamente che lei risponda alla mia lettera e che possa darmi una mano, ne ho proprio bisogno.

Io ho dei grossi problemi di cui solo adesso mi rendo conto e sento il peso. Sono perennemente depressa, inappetente, in preda ad attacchi di ansia. Probabilmente i miei problemi sono iniziati già nel periodo adolescenziale, infatti, da ragazzina, ero costantemente in lotta con il peso ed avevo paura di confrontarmi con gli altri. Poi, la malattia di mio padre, che per undici anni lo ha mantenuto sospeso tra la vita e la morte, ha accentuato in me l’insicurezza e il timore di perdere l’amore e la presenza di una figura di riferimento per me importantissima. In ambito affettivo ho avuto una storia d’amore durata 6 anni con un mio coetaneo, relazione e che stava evolvendo verso il matrimonio e che poi, per mio volere, è terminata circa 4 anni fa.

Oggi, anche se dovrei essere felice, perché ho finalmente trovato un lavoro importante e prestigioso e che mi dà sicurezza dal punto di vista economico, mi sento triste e ansiosa: vivo con la paura di sbagliare e mi angoscio con problemi lavorativi.

Come le dicevo prima, solo adesso sento il peso dei miei problemi, infatti, circa sei mesi fa ho cominciato ad avere notevoli difficoltà di adattamento: sul posto di lavoro mi sento continuamente giudicata e non mi sento mai all’altezza della situazione. Tutto ciò mi ha portato a provare un grande disagio nelle relazioni con i colleghi di lavoro ed una forte depressione: esco poco, anzi pochissimo, sono sempre triste, mi sento giudicata e ho pochi amici. La mia mente non mi appartiene più, ci sono solo ansie, problemi, non esiste più una risata e nemmeno il sesso mi attira più.

Ho provato a risolvere questi problemi da sola, con espedienti fai da te o trovati su qualche rivista di psicologia, ma ad ogni tentativo sono sempre stata ricambiata con ridicolizzazioni e rimproveri pesanti profusi, gratuitamente, da persone che, dal punto di vista affettivo ed emotivo, per me sono importanti.

Ho realmente bisogno di aiuto ed indirizzo a lei questa mia disperata richiesta.

In attesa di una sua risposta, Laura.

 

 

 

Risposta

 

Cara Laura, innanzitutto la ringrazio per la fiducia che, cortesemente, ha espresso nei miei confronti nella lettera e voglio dirle che per me è un piacere cercare di aiutarla a mettere a fuoco e a risolvere i suoi problemi.

Per entrare subito nel merito della sua richiesta, vedo che, nonostante il suo umore triste, le preoccupazioni e le dolorose vicende passate, si è data da fare, e infatti, come scrive nella lettera, è riuscita a raggiungere un obiettivo importante come quello di un lavoro prestigioso ed economicamente sicuro. Ciò sta ad indicare che in lei alberga una energia vitale non comune a tutti e che oggi viene soffocata da preoccupazioni che sembrano avere un carattere quasi ossessivo, persecutorio.

Io sono convinto che molti dei suoi disagi hanno a che fare con la sua bassa autostima. L’autostima è la valutazione, l’opinione, che abbiamo di noi stessi come persone amabili, affidabili, competenti, ecc. Inoltre, una bassa autostima è concausa di paure, fobie, ansia, insicurezza, dipendenza dal giudizio altrui e, anche, dell’abbassamento del tono dell’umore. In più, la bassa autostima dà origine a dei pensieri, definiti irrazionali, come: “Non devo fare errori, altrimenti non valgo nulla, perderò l’affetto, la stima, la considerazione e l’amore degli altri”. Tutto ciò è originato da delle convinzioni distorte su noi stessi, sugli affetti, sugli altri e sul mondo che ci circonda, che danno origine a vissuti di incapacità-inadeguatezza e spesso a problemi di immagine corporea e a rapporti difficili con i familiari e, più in generale, con le persone che ci circondano.

Per aiutarla, un primo consiglio che posso darle è quello di provare a riconoscere e a mettere in discussione queste convinzioni e affrontare le varie situazioni temute per verificare con certezza se si è o no capaci di gestirle adeguatamente. Mi rendo conto che non è facile, ma bisogna tentare. In questa ottica è utile autostimolarsi, considerare le buone doti che si posseggono, crearsi attività piacevoli e gratificanti sia per autorinforzarsi e riconoscere in sé il senso di buona autoefficacia, sia per migliorare la propria autostima, ossia l’opinione che ha di se stessi. Quindi, per adesso, provi a fare un elenco di attività piacevoli che vorrebbe fare o che farebbe se non avesse tutte le difficoltà che ha riportato nella lettera e poi inizi a farle. Comunque, se ciò le sembra troppo difficile e penoso, può sempre richiedere un aiuto psicoterapico, preferibilmente di tipo cognitivo-comportamentale, che ha come obiettivo l’aiutare la persona a riconoscere e a mettere in discussione e modificare in modo adattivo queste convinzioni disadattive. Rifletta e mi faccia sapere.

 

Nel salutarla auguro a lei e a tutti i lettori un buon Natale ed un felice anno nuovo.

dr. Angelo Vecchiarelli