Un po' di storia

Alcuni documenti ne attestano l'esistenza fin dal 1099, costruita su un tempio dedicato ad Ercole, tutelare di Erculanea, insediamento sannitico che aveva la sua acropoli sulla collina di Campobasso.
In atti del 12° secolo il capitolo di San Giorgio vende terreni ed amministra donazioni; la Chiesa era, quindi, centro della vita religiosa del borgo.

Lo sviluppo urbanistico, che provoca una distensione verso la piana (campus-bassus), è la causa del declinio del primato della Chiesa.
Dopo il 1338 il fonte battesimale è trasferito a San Leonardo. Il sito inizia, per la posizione più centrale, ad assolvere le funzioni capitolari
L'archivio parrocchiale è trasferito in San Leonardo.
Nel 1445 il capitolo di San Giorgio si riunisce nella più vicina chiesa.
Nel 1500 circa l'Università campobassana chiede di erigere in San Leonardo una confra-ternita in onore del corpo di Cristo per far si che i fedeli potessero rendere solenne il giorno del Corpus Domini.
Il capitolo campobassano si incontra ufficialmente in San Leonardo.
Fino al 1800 la Chiesa, con quella di San Giorgio, sarà il centro della vita cittadina e conoscerà le amare lotte tra due confraternite nemiche, i Crociati e Trinitari.

San Giorgio il patrono di Campobasso

" E' San Giorgio che ci difende! E' San Giorgio che ci salva! "
L'invocazione risuonò forte nell'aria, tanto da sovrastare lo stupore del nemico dinanzi all'apparizione di quel giovane che tutti riconobbero nel santo guerriero.
Il miracolo, operato da San Giorgio in occasione di una battaglia del 1200 a Campobasso,
riconosciuta con bolla autentica da Mons. Celestino Bruno, vescovo dì Bjano il 16 aprile 1661. Da quella data ufficialmente, il Giovane combattente della fede diventa patrono della città, come reca incisa una
iscrizione su una delle campane della Chiesa.
 Ma, secondo il Tarantino (storico campobassano) il culto al Santo è propagato nella zona verso il 5° e 6° secolo dopo Cristo dai Greci, giunti in Molise con i monaci Basiliani e poi continuato con i Normanni. Certo è che in vari paesi Giorgio dispiega la sua forza protettrice mentre sconfigge il male.
Nella Cattedrale di Campobasso è conservata una lapide che così sintetizza il prodigioso evento: "Nella guerra civile del 1200 San Giorgio martire con forte esercito appare, le quattro campane della sua chiesa noti tocche suonano da per se stesse a tremendo stormo, un cupo fragore di armi si ode, il nemico fugge, i campobassani son salvi".
In onore del Santo Patrono, nella ricorresse della sua festa, il 23 aprile, si svolgono manifestazioni culturali e religiose grazie all'impegno intensificato negli ultimi anni.

Uno scrigno romanico


Sorridendo al Castel Monforte, simbolo, con le sue sei torri, del capoluogo regionale, San Giorgio è un elegante edificio romanico in pietra viva, caratteristica di tutto il borgo antico campobassano, un intarsio di palazzi e di case nobiliari che recano ancora gli antichi portali in pietra e i simboli confraternali segno di prestigio.

Originariamente ad una sola navata, nel 1326 Nicola de Ferraguto, nobile della cittadina vi fece aggiungere a sue spese una cappella Bizantina con cupola cieca dedicata a san Giorgio che reca tracce di affreschi risalenti al 1300 raffiguranti episodi dell'antico testamento.

Nella volta a crociera, sorretta da costoloni, si possono leggere le icone dei quattro evangelisti e dei dottori della chiesa.
Verso il 1428 la Chiesa fu riconsacrata da Mons. Baccari e vi furono aggiunte le due navate laterali con varie cappelle gentilizie
Nel 1700 ulteriori trasformazioni portarono alla decorazione degli intemi con stucchi dorati. Negli interni si conserva una lapide dedicata a Delicata Civerra, una nobile fanciulla della città morta nel 1587 per gli odi contrastati di famiglie rivali.
E' la la facciata che attrae il visitatore.
Il portale conserva una lunetta con agnello Crocifero decorato con foglie, formata da un grosso blocco calcareo diviso in due zone semi circolari.
Il rosone è a imbuto.
Sui muri perimetrali del portale spiccano vari conci recu perati, inseriti in archetti che riproducono un pellicano su fianco destro e una testa d'asino con briglie sul lato sinistro.
Un terzo concio raffigura una personificazione del sole. Sul fianco sinistro della facciata spicca l'antico cimitero Importante è l'iscrizione gotica sul sepolcro di un tal "Galoppini ", costruito dal maestro abbruzzese Paolo da Popoli che lavorò nel 1300 contemporaneamente alla Chiesa di San Bartolomeo.