E'contraddistinto da
sfiducia e sospettosità, per cui le motivazioni degli altri vengono
interpretate come malevole. Quindi, il soggetto che presenta personalità
paranoide si caratterizza per una radicata sospettosità, sfiducia e
diffidenza nei confronti degli altri; qualsiasi azione e motivazione
altrui viene analizzata approfonditamente nel tentativo di scoprirne una
minaccia, un tradimento o un inganno, che spesso vengono erroneamente
trovati in gesti e/o parole normalmente banali. L'aspettativa è sempre di
essere maltrattato o sfruttato, per cui preferisce chiudersi in se stesso,
e risulta essere incapace di confidarsi e di stabilire rapporti
interpersonali sani: questi sono infatti sempre caratterizzati da dubbio e
sospetto, nonché da gelosia immotivata se la controparte risulta essere il
partner sessuale o il coniuge. Il soggetto paranoide descrive le sue
relazioni in termini distaccati, ed è incapace di lasciarsi andare in
senso affettivo, poiché ritiene che ciò lo renderebbe fragile di fronte ad
eventuali minacce o attacchi.
L'atteggiamento generale è di ostilità, e forte è il rancore nei confronti
di persone ritenute colpevoli di complotti, tradimenti o altre azioni
lesive per la loro persona: è forte infatti l'incapacità di perdonare le
presunte azioni offensive. Un esempio è quello di una persona che
trascorre le sue giornate spiando i vicini di casa attraverso persiane
rigorosamente abbassate nel tentativo di scoprire precocemente i complotti
che è certa essi stiano preparando a suo danno, nonostante non esistano
prove reali che supportino tale convinzione, arrivando anche a fare
telefonate in cui dichiara di aver scoperto tutto, e, quindi, a
disturbarli in modo attivo. Il disturbo paranoide si manifesta
maggiormente negli uomini e spesso presenta comorbilità con il disturbo
schizotipico, con quello borderline e con quello evitante di personalità (Bernstein,
1994; Morey, 1988).
Bibliografia essenziale
DSM – IV – TR, Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders. ©
2000 - American Psychiatric Association. Edizione Italiana: DSM – IV – TR.
Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali – Text Revision
edito in Italia da Masson (http://www.masson.it).
Clarkin, J.F., Marziali,
E., & Munroe-Blum, H. (Eds). (1992). Borderline personality disorder:
Clinical and empirical perspectives. New York: Guilford.
Corbitt, E.M., & Widiger, T.A. (1995). Sex differences in the personality
disorders: An exploration of the data. Clinical Psychology: Science and
Practice, 2, 225-238.
Kety, S.S., Rosenthal, D., Wender, P.H., Schulsinger, F. (1968). The types
and prevalence of mental illness in the biological and adoptive families
of adopted schizophrenics. In D. Rosenthal & S.S. Kety, The transmission
of schizophrenia. Elmsford, NY: Pergamon.
Morey, L.C. (1988). Personality disorders in DSM-III and DSM-IIIR:
Convergence, coverage, and internal consistency. American Journal of
Psychiatry, 145, 573-577.
Modestin, J., (1987). Quality of interpersonal relationships: the most
characteristic DSM-III BPD characteristic. Comprehensive Psychiatry, 28,
397-402.
Swartz, M., Blazer, D., George, L., & Winfield, I. (1990). Estimating the
prevalence of borderline personality in the community. Journal of
Personality Disorders, 1990, 257-272.
Weissman, M.M., (1993). The epidemiology of personality disorders: a 1990
update. Journal of Personality Disorders, 7, 44-61.
Sitografia:
http://www.lorenzomagri.it
http://www.nienteansia.it
