L’immaginazione erotica

di Roberto Sabatini

     Carmelo Fodaro, 1992: "Lady Godiva"

Le fantasie erotiche non costituiscono l’anticamera della perversione, né sono sintomo di alcunché; le possono avere tutti e possono rivestire un ruolo diverso in ciascuno di noi anche in funzione della situazione interiore ed esterna in e per cui vengono prodotte.

La difficoltà di immaginare, oggi. Viviamo in una società iper-tecnologica, in una cultura multimediale, fatta soprattutto di suoni ed immagini, di effetti speciali e realtà virtuali. Sappiamo sempre meno dove finisce l’immaginazione e dove comincia la realtà. L’offerta dei mass media sta assumendo proporzioni senza precedenti, mentre la diffusione dei loro prodotti si sta facendo estremamente capillare e penetrante, nel tempo, nello spazio, nell’intima interiorità di un crescente numero di persone.

Il consumo mediatico sostituisce, o attenua, in una certa misura, il lavoro attivo delle funzioni mentali superiori: pensiero ed elaborazione concettuale, espressione, comunicazione, fantasia. La sfera della fantasia è particolarmente esposta alla pressione esercitata dai mass media (soprattutto quelli in audio e in video) poichè questi ultimi hanno delle potenzialità smisurate di rappresentazione e di suggestione, soprattutto in chiave spettacolare e una creatività senza limiti, capace di scenari e suggestioni altrimenti inarrivabili. Troviamo perciò più facile e adeguato ai tempi sognare attraverso un video, un CD, una navigazione su Internet, piuttosto che produrre nostre proprie fantasie poichè queste richiedono abbandono e isolamento da un lato e concentrazione e intenzione dall’altro. Questo senza contare che le rappresentazioni multimediali hanno raggiunto un tal grado di perfezione e di sofisticazione da superare e travolgere ogni audacia e ogni bizzarria della nostra immaginazione: il mondo degli effetti speciali, della computergrafica e delle realtà virtuali è in grado di surclassare ogni nostra invenzione; siamo insomma tutti spinti ad una formidabile passività, anche sullo stesso fronte erotico.

Uomini e donne immaginano allo stesso modo? La questione posta non concerne il contenuto delle fantasie che è troppo libero e imprevedibile per poter generalizzare con sicurezza; quel che invece è in discussione è la modalità di costruzione che il contenuto fantastico riceve presso gli uni e presso le altre e la funzione o ruolo che assume nei due sessi. Si può affermare con una certa tranquillità che gli uomini tendono, o preferiscono immaginare quel che, molto concretamente e a distanza ravvicinata, vorrebbero che accadesse, mentre le donne tendono o preferiscono fantasticare scene e situazioni più libere e sganciate dalla concretezza e meno collegate a ciò che effettivamente vorrebbero che si verificasse nell’immediato futuro.

Inoltre gli uomini costruiscono le loro fantasie con dettagli più tecnici e verosimili, più funzionali alla realtà e ai fatti, mentre le donne prediligono scenari più irreali e sognanti, meno realizzabili, ma più creativi.

I primi usano le fantasie soprattutto per prepararsi adeguatamente ad una realtà auspicata e desiderabile, le seconde le impiegano soprattutto per arricchire o per trascendere la situazione data; i primi si concentrano maggiormente sui particolari anatomici e sugli stimoli direttamente erotici, le seconde indugiano più volentieri nell’indistinto e nel misterioso.

Le fantasie maschili si presentano insomma somiglianti a repertori o cataloghi di film hard-core, assai futuribili e trasformabili in esperienza anche immediatamente, mentre quelle femminili si avvicinano di più all’erotismo romanzato con tanta passione e poco applicabili alle situazioni concrete.

Naturalmente le eccezioni non mancano e si possono facilmente reperire uomini con fantasie dolcissime e romantiche e donne con immaginazione sconcia e volgare, ma, come è noto, le eccezioni costituiscono la miglior conferma delle regole....

Articolo pubblicato su www.psicologiaonline.it