Maria Vittoria
Carbonara
I luoghi della città nella
mente del bambino.
Replica a distanza di una ricerca
trasversale
Introduzione
In una ricerca condotta nell'82, mediante la quale avevo inteso cogliere
molteplici aspetti della rappresentazione dello spazio urbano in bambini di
Salerno (V. Carbonara Moscati, 1983a) emersero, fra gli altri, alcuni dati
relativi alla percezione della propria città come luogo ricco di elementi di
interesse storico e culturale che i bambini intervistati avrebbero volentieri
mostrato ad un eventuale turista che fosse venuto a visitare la loro città.
I
soggetti appartenevano a due fasce di età, per cui fu interessante notare come,
col crescere dell'età e, quindi, parallelamente allo sviluppo sia della capacità
di decentramento cognitivo (J. Piaget e B. Inhelder, 1947) che delle possibilità
di libero movimento (K. Lewin, 1935) e di generale conoscenza degli spazi,
mutava la qualità e la quantità dei luoghi da mostrare al turista
.
Oggi, a distanza di tredici anni, ho ipotizzato un cambiamento nella
percezione dei bambini a proposito della loro città come luogo turistico.
Cambiamento ipotizzabile a seguito di vari fattori di ordine sociale intervenuti
nel frattempo: le specifiche indicazioni riguardanti la conoscenza del
territorio contenute nei nuovi programmi per la scuola elementare; la generale
opera di sensibilizzazione alla valorizzazione del turismo in Campania; il
rinnovo dell'assetto urbano in vari quartieri della città di Salerno.
Perciò,
utilizzando analoga metodologia e isolando questo specifico aspetto, ho condotto
una seconda ricerca i cui risultati ho inteso confrontare con quelli della prima
ricerca.
Il metodo
Come per la prima ricerca, ho intervistato quarantotto bambini residenti in
due diverse zone della città, nelle loro rispettive scuole (Barra e
Medaglie d'oro ) prendendo a caso alcuni nominativi dai registri di
classe di più sezioni. In piccoli gruppi di tre per volta, dopo un breve
colloquio volto ad esplorare la figura del turista nell'immaginario di ciascuno
di loro, separavo i banchetti perché non comunicassero nell'eseguire il compito,
e chiedevo loro di rappresentare graficamente, schizzandoli su un foglio formato
A4, tutti i luoghi che il turista immaginato dovesse, a parer loro,
assolutamente vedere. Alla consegna dei disegni, il colloquio proseguiva intorno
al contenuto di queste singolari mappe e ad una descrizione dei luoghi che i
bambini avevano inteso rappresentare. L'analisi dei dati si riferisce a questi
ultimi soltanto.
I soggetti
I soggetti erano bambini e bambine frequentanti la seconda e la quinta
elementare. In quelli di seconda l'età variava fra i 6,10 e 8,4 anni, in quelli
di quinta fra i 9,3 e 11,6 anni. La loro condizione sociale differiva alquanto
per quartiere di abitazione: i bambini del Centro Storico erano per lo più figli
di operai del porto o di piccoli commercianti e artigiani (90% nella prima
ricerca e 63% nella seconda); i bambini della Zona Carmine, invece, erano per lo
più figli di professionisti o insegnanti e impiegati (90% nella prima ricerca e
79% nella seconda).
Già questi dati mostrano un certo cambiamento della
realtà sociale avvenuto nel frattempo; cambiamento tanto più evidente nel dato
che si riferisce all'occupazione delle loro madri: egualmente nella maggior
parte casalinghe nella prima e nella seconda ricerca quelle dei bambini del
centro storico (71% e 83%) ma professioniste e impiegate quelle dei bambini
della Zona Carmine nella seconda ricerca (70%) laddove, nella prima ricerca,
erano nella stessa percentuale casalinghe, come quelle del centro storico.
Ma
un'altra spia del cambiamento è nel dato sul numero dei loro fratelli: se dai
dati della prima ricerca si rileva che i soggetti nel 58% dei casi aveva almeno
due fratelli e fino a otto, dai dati della seconda si rileva un significativo
restringimento dei nuclei familiari: soltanto l'8% ora ha più di due fratelli,
avendone la maggior parte uno soltanto.
Nell'elaborare i dati, ho tenuto
conto delle variabili età (7 anni e 10 anni) e zona di
abitazione (Centro storico e Zona Carmine) presentate
dai soggetti e ho fatto rientrare le loro risposte in alcune categorie
essenziali.
I risultati
I luoghi che un turista venuto a visitare Salerno dovrebbe, a parere dei
bambini intervistati, assolutamente vedere, sono riconducibili a cinque
categorie che ho chiamato:
- luoghi aperti
- monumenti e
antichità
- luoghi familiari
- edifici diversi
- posti di vendita e
ristoro.
I grafici offrono una visione di quanto ciascuna di queste
categorie sia rappresentata nelle risposte dei soggetti suddivisi per età e per
zona di abitazione. Il
e il
riportano i dati della seconda ricerca, il
e il
riportano il confronto fra i dati della prima e quelli della seconda
ricerca.
Commento
I dati della prima ricerca e il loro relativo commento sono riportati per
esteso in un precedente lavoro (V. Carbonara Moscati 1983b) per cui il commento
che segue si riferisce unicamente ai dati della seconda ricerca.
Nella
discussione finale commenterò poi alcune delle differenze riscontrate fra i
risultati dell'82 e quelli del '95.
Come sempre accade nei disegni dei
bambini, le scene si popolano di persone e animali, si movimentano di automobili
e imbarcazioni, si abbelliscono di fiori e di erbe, si completano di cieli e di
soli. Ma questi elementi non rientrano nelle categorie osservate.
Come non vi
rientrano il turista e il bambino, concretamente e puntualmente rappresentati
come primi elementi del disegno, specialmente dai bambini di sette anni, quasi a
fornire un dato realistico di partenza ad un compito che, inizialmente, non si
era certi di saper assolvere. Spesso dalle bocche di questi ultimi partono
fumetti di saluto, di invito, di rituale di incontro.
Solo dopo, per questi
soggetti, inizia la vera e propria rappresentazione dei luoghi.
Per i
soggetti più piccoli, quelli di sette anni, è assolutamente essenziale che
l'ipotetico bambino che accompagna il turista mostri la propria casa (46%) e la
propria scuola (33%) (cat. luoghi familiari ). I più grandi,
invece, non ci pensano affatto e ritengono importante che egli visiti chiese
come il Duomo, l'Annunziata, S. Giovanni Bosco (50%) e antichità come il
castello di Arechi, il teatro Verdi, le tombe etrusche (63%) (cat.
monumenti e antichità)
Sono soprattutto i bambini di dieci anni
del Centro Storico, poi, a pensare al mare: il turista dovrebbe fare una bella
passeggiata al lungomare, oppure un giro al porto, una gita in barca, una sosta
sulla spiaggia (63%) mentre sono soprattutto quelli di sette anni della Zona
Carmine a pensare ai monti: il turista dovrebbe fare una passeggiata in montagna
o almeno ammirarli da lontano (63%) (cat. luoghi aperti)
.
Grandi e piccoli gli mostrerebbero alcuni edifici (25%) (cat. edifici
diversi ). Ma se per i più grandi questi ultimi hanno un nome: il Comune,
la Provincia, la Stazione o lo Stadio, per i più piccoli il turista va
semplicemente a vedere i palazzi in giro per la città.
In ultima analisi, si
può anche andare in giro per negozi, pranzare in un ristorante o fermarsi ad un
bar per un gelato (19%) (cat. posti di vendita e
ristoro ).
I disegni
Riporto qui di seguito alcuni esempi delle mappe turistiche disegnate dai bambini nel corso della seconda ricerca. Come si può notare, c'è stata una varietà nella modalità rappresentativa: alcuni soggetti hanno rappresentato un unico luogo o un'unica scena, spiegandone poi a voce il contenuto; altri, invece, hanno separato i luoghi in singole unità, scrivendone già al margine il nome.
Discussione
In definitiva, nella percezione dei bambini intervistati, nella prima come
nella seconda ricerca, Salerno offre al turista soprattutto uno splendido
scenario naturale: vale la pena, arrivando, di fermarsi ad ammirare il mare, i
monti, il verde dei giardini (categoria luoghi aperti ). Era un
dato atteso, ma non prevedevo altrettanto che, nello specifico, il Lungomare
sarebbe stato nominato solo dai soggetti di dieci anni e, soprattutto che nella
seconda ricerca la sua presenza nei disegni calasse ancora (dal 92% al 42%): mi
sarei aspettata il contrario, dal momento che, nel frattempo, a Salerno vi sono
stati importanti lavori di ristrutturazione che hanno interessato soprattutto il
Lungomare.
Forse i bambini di oggi escono ancor meno di quelli di 13 anni fa
che pure avvertivano pesanti barriere al loro libero movimento e
alle loro attività di gioco negli spazi aperti? (V. Carbonara Moscati 1984;
1985). Oppure, per qualche motivo legato a fattori di carenza nella
comunicazione interpersonale vengono informati meno dei nomi dei luoghi
cittadini?
Quest'ultima riflessione mi viene anche perché nella seconda
ricerca la categoria monumenti e antichità al suo interno risulta
meno articolata di elementi diversi: l'altra volta, nei disegni dei bambini di
10 anni, oltre al Duomo, al Castello di Arechi, al Museo Provinciale e al Teatro
Verdi che appaiono anche questa volta, erano contenuti l'Acquedotto Romano, il
Forte la Carnale, il Casino Sociale; lo stesso Duomo, in particolare, era
rappresentato nel 50% delle mappe mentre ora lo è solo nell'8%. L'altra volta,
inoltre, i posti di vendita e ristoro solitamente avevano un nome, ora sono solo
genericamente chiamati negozio, ristorante, bar. L'altra volta, infine, numerosi
bambini avrebbero mandato il turista al cinema: un dato questa volta
sparito.
D'altra parte, la sparizione dei cinema potrebbe avere un aggancio
con un dato reale: per anni e per motivi diversi, molti dei cinema di Salerno
sono rimasti chiusi e quindi fuori dall'esperienza degli attuali bambini. Per
contro, e questo anche è un dato che corrisponde alla reale situazione
cittadina, i disegni dei bambini del '95 sono ricchi di lampioni, panchine,
alberi e fontane che nei disegni dell'82 non comparivano affatto: Salerno è
stata negli ultimi anni effettivamente arricchita di tali elementi di arredo,
situazione evidentemente percepita dai bambini e quindi naturalmente
rappresentata nelle loro scene di ambiente cittadino
Tutto sommato,
comunque, mi sembra di aver riscontrato nei bambini attuali una maggiore
capacità di decentramento rispetto ai loro coetanei di tredici anni fa: l'altra
volta, a sette anni come a dieci, di frequente avevano dichiarato di voler
mostrare al turista oggetti personali (giocattoli, arredi, libri) o di volerlo
condurre in luoghi di specifico interesse infantile (al circo, al parco giochi,
alle giostre, sul trenino: 46%), quasi a cogliere in fantasia una magnifica
occasione per farvici accompagnare. Questa volta risposte del genere non si sono
verificate. Parallelamente, inoltre, all'interno della categoria luoghi
familiari si è verificato che la visita alla propria casa e alla propria scuola
questa volta fosse ritenuta tappa d'obbligo dai soli bambini di sette anni, e
non anche da quelli di dieci, come lo fu l'altra volta (nel 58% dei casi).
A
questa maggiore capacità di decentramento cognitivo che mi è parso riscontrare
nei bambini attuali, sicuramente devono aver concorso parallelamente l'azione
dei mass media, della scuola e dell'esperienza diretta che negli ultimi anni
hanno portato anche i bambini più piccoli verso la formazione di una immagine
mentale del turista molto meno vaga di quella che ne potevano avere in passato i
loro coetanei. Dell'eventuale turista, perciò, il bambino attuale ha potuto
facilmente immaginare interessi e aspettative, ponendosi dal suo punto di vista,
così come, in definitiva, il compito richiedeva.
Riferimenti bibliografici
Carbonara Moscati V. (1983a), The child and urban space: a field study
in a southern italian town. Seventh Biennial Meetings of International
Society for the Study of Behavioural Development, July 31-August 4, Munich,
FRG.
Carbonara Moscati V. (1983b), Spazio vissuto e spazio rappresentato. La
città nelle immagini dei bambini. Pietro Laveglia editore,
Salerno.
Carbonara Moscati V. (1984), Children's constraints in the city.
The Inaugural European Conference on developmental Psychology, August
28-31, Groningen, Holland.
Carbonara Moscati V. (1985), Barriers to play activities in the city
environment: a study of children's perceptions. In T. Garling e J.
Valsiner (eds) Children within environments. Plenum Publishing
Corporation, New York.
Lewin K. (1935), Teoria dinamica della personalità.
Giunti-Barbera, Firenze, 1965.
Piaget J. e Inhelder B. (1947), La rappresentazione dello spazio nel
bambino . Giunti-Barbera, Firenze, 1976.