Maria Di Lieto
Dalle tecnologie delle intelligenze multiple
alle tecnologie dell'intelligenza collettiva
L'irrazionalità naturale
Nell'epoca contemporanea, l'incidenza sempre più pregnante delle realtà
tecno-economiche su tutti gli aspetti della vita sociale consente di rinnovare
alcuni temi classici della filosofia e dell'antropologia e, particolarmente,
quello dello sviluppo della razionalità umana.
La psicologia cognitiva degli
ultimi decenni ha evidenziato come l'interazione del cervello umano con
l'ambiente ad esso circostante operi profonde modificazioni nella connessione
dei processi cognitivi e delle strutture cerebrali. L'ambiente, infatti, non è
solo ciò che la mente prende ad oggetto delle sue rappresentazioni ma è anche
ciò che trasforma le modalità operative della mente stessa.
In tal senso la
descrizione del funzionamento del sistema cognitivo oltrepassa il rigido
schematismo di ispirazione chomskiana per approdare ad un'"ecologia cognitiva"
quale tentativo per riformulare le dinamiche di sviluppo del pensiero nel punto
di intersezione tra l'attività cognitiva e le tecniche di rappresentazione
simbolica.
L'evoluzione e la flessibilità dell'attività cognitiva deriva,
infatti, dall'interazione neuro-biologica e simbolica delle strutture cerebrali
umane con le tecniche di codificazione dell'ambiente ad essa esterna. (de
Kerchove, 1994).
Ciò è dimostrato anche da esperienze sulla deduzione che
sono state realizzate su centinaia di soggetti, la maggior parte dei quali ha
riscontrato notevoli difficoltà a trattare frasi negative, quantificazioni
(tutti, alcuni...), commettendo errori nei loro sillogismi. Sia la deduzione che
l'induzione formale sono molto lontani dall'essere praticate spontaneamente e
correttamente da soggetti che utilizzano le sole risorse del loro sistema
nervoso (senza carta, né penna, né possibilità di discussione collettiva) (cfr.
Lèvy, 1992, p. 165). Come spiegare tale irrazionalità naturale?
Poiché alcune
civiltà sono riuscite ad elaborare raffinate trame simboliche, la possibilità di
spiegare tali operazioni mentali fa riferimento all'individuazione di risorse
cognitive esterne rispetto al sistema nervoso.
Attraverso la tecnica
storicamente l'uomo, oltre a realizzare protesi in grado di potenziare la sua
attività fisica (zappa, carro, ecc.), ha costruito supporti strumentali, le
tecnologie intellettuali, in grado di amplificare la sua attività cognitiva. Si
tratta della possibilità di codificare, memorizzare e trasmettere, in maniera
sempre più veloce e tangibile, l'universo simbolico individuale e
collettivo
Ciò che definiamo razionalità riflette l'uso di determinate
tecnologie intellettuali, tecniche di memorizzazione e di logica, sistemi di
codificazione grafica, algoritmi di calcolo basati su dispositivi esterni al
sistema cognitivo umano (cfr. Lèvy, 1992, p. 168).
E' evidente che la
creazione di diversi linguaggi e tecniche di rappresentazione simbolica segnano
le tappe più significative dell'avventura intellettuale umana. Nell'era
dell'oralità primaria, quando non si disponeva ancora di alcuna tecnica di
registrazione esterna, il collettivo umano faceva affidamento solo sulla propria
memoria. I miti, intessuti di fatti e gesti degli antenati, rappresentano le
prime tecnologie intellettuali. In seguito le tecniche di scrittura, pittura,
scultura costituiranno i supporti materiali del pensiero umano in grado di
conservare e trasmettere la tradizione storica.
E' astratto ogni problema
esterno alle nostre capacità manipolative e di riconoscimento. Utilizzando
tecniche di rappresentazione esterne, i problemi astratti possono essere
tradotti o riformulati in modo da poter essere risolti eseguendo una serie di
operazioni concrete che mettono in gioco contemporaneamente le nostre facoltà
simboliche e percettive.
In relazione alla tecnologia intellettuale
dominante, la nostra mente si è così di volta in volta strutturata in
brainframes di riferimento, in una interfaccia cognitiva in grado
di filtrare le informazioni che derivano dall'esperienza e modellarle in forme
specifiche di conoscenza (cfr. de Kerchove, 1991).
Attraverso un processo
sincronico e diacronico, la mente umana, attraverso un remapping
sensoriale (cfr. de Kerchove, 1994), si modella alle diverse tecnologie
intellettuali che essa stessa inventa per risolvere la complessità dei problemi
in cui si imbatte. Pertanto le tecnologie hanno costituito una protesi ed
estensione del corpo e della mente dell'uomo rafforzando progressivamente un
sistema psico-tecnologico dalla cui interazione si configura una
tecno-psicologia (de Kerchove, 1991).
E' da sottolineare come le recenti
tecnologie multimediali e di realtà virtuale tendono a spostare, attraverso
l'uso della tastiera, del mouse, del joistyck, data-glove, data-suit, i processi
di percezione, elaborazione e comunicazione di informazioni dall'operare
simbolico-ricostruttivo a quello percettivo-motorio.
In particolare la
tecnologia digitale di ri-costruzione virtuale di oggetti sta conducendo ad una
ri-sensorializzazione del nostro rapporto di conoscenza e non certo, come molti
credono, ad una sua astrazione ulteriore.
Le tecnologie delle intelligenze multiple
L'approccio "ecologico" all'attività della cognizione induce a
considerare i fenomeni di intersezione tra tecnologia e cognizione come processi
che si ridefiniscono reciprocamente, che proliferano e si plasmano
continuamente.
A questo punto, in riferimento al più ampio rinnovamento della
tecnologia della comunicazione degli ultimi anni, sotto il profilo
pedagogico-didattico sorgono alcuni interrogativi:
- se le interazioni con le
tecniche di produzione / rappresentazione simbolica hanno attivato sulla
struttura neuro-cognitiva della mente un remapping sensoriale, è
possibile che le regole sintattiche del sistema simbolico di cui le tecnologie
sono veicolo, configurino un remapping di tipo simbolico sulla
struttura cognitiva del soggetto?
- in che modo il remapping
sensoriale configura un remapping simbolico ?
- Quali
sono le strutture cognitive sollecitate dalle diverse modalità di accesso ai
contenuti simbolici?
- La consapevolezza delle strategie d'accesso ai
contenuti migliora le individuali strategie d'apprendimento?
Tali
riflessioni non intendono proporsi specificamente come un contributo
sull'apprendimento, non fosse altro per la smisurata produzione scientifica già
presente sull'argomento, ma intendono sottolineare come l'interazione circolare
tra sistema cognitivo e sistema tecnologico, già da più parti delineata, possa
applicarsi anche in ambito didattico là dove i sistemi di tecnologia
ipermediale, stimolando e amplificando le potenzialità percettivo-motorie e
simbolico-ricostruttive del soggetto, si possono qualificare come tecnologie
delle "Intelligenze Multiple", in grado proporre agli studenti nuove strategie
di apprendimento in grado di elaborare una più profonda comprensione dei saperi
disciplinari.
In riferimento al primo punto l'ipotesi è che, per approfondire
gli effetti cognitivi delle tecnologie intellettuali, è possibile instaurare un
parallelismo tra le riflessioni di D. de Kerchove sui brainframes e
le indicazioni di H. Gardner sulla strutturazione cognitiva delle
"correnti di simbolizzazione ".
Se per de Kerchove l'alfabeto
costituisce una delle prime tecnologie intellettuali per il determinante ruolo
che esso ha ricoperto nell'attivare, nell'emisfero cerebrale sinistro, le
attività cognitive della temporizzazione e sequenzializzazione, imprimendo un
primo remapping sensoriale del cervello umano, per H. Gardner, la costante
interazione del sistema neuro-cognitivo con le regole sintattiche dei diversi
universi simbolici cui l'esperienza del soggetto si riferisce struttura, nel
sistema neuro-cognitivo stesso, delle specifiche "correnti di
simbolizzazione " che caratterizzano le diverse forme di intelligenza
dell'individuo. Genericamente, per Gardner, ciascuna intelligenza è una
"corrente simbolica" generativa la cui struttura cognitiva riflette la struttura
sintattica e semantica relativa all'universo simbolico a cui essa si riferisce.
Lo sviluppo di una forma di intelligenza è, dunque, relativo alla capacità di un
sistema cognitivo di elaborare la struttura del sistema simbolico di cui è
l'espressione cognitiva.
Ad esempio, la corrente simbolica dell'intelligenza
logico-matematica è diversa da quella musicale perché il suo sviluppo è
vincolato dalle regole sintattiche dell'universo simbolico della
matematica.
In particolare "per venire qualificata come intelligenza una
capacità cognitiva deve soddisfare molti requisiti; deve, tra l'altro,
presentare una traiettoria evolutiva chiara, essere osservabile in forme isolate
in individui come bambini-prodigio e bambini autistici, e dare almeno qualche
prova di localizzazione nel cervello" (Gardner, 1987, p. 90).
Lo studio delle
prime forme di simbolizzazione presso l'Harvard University nell'ambito del
Progetto Zero, ha condotto Gardner a definire una pluralizzazione ed
un'individualizzazione dei modi di conoscere degli uomini basata, appunto, sulla
teoria delle "Intelligenze Multiple".
Tutti gli esseri umani normali
sviluppano, in misura maggiore o minore, sette forme di intelligenza. Come
osserva Gardner "la nostra specie ha conosciuto un'evoluzione che l'ha portata a
pensare in lingua, a concettualizzare in termini spaziali, a fare analisi di
tipo musicale, a fare calcoli servendosi di strumenti logici e matematici, a
risolvere i problemi usando tutto il proprio corpo o parti di esso, a
comprendere gli altri e noi stessi.
Un aspetto interessante e particolarmente
rilevante di queste intelligenze è che ciascuna di esse è suscettibile di
esprimersi in un sistema simbolico o notazionale" (Gardner,
1987).
L'evoluzione cognitiva di cui parla Gardner riflette, dunque, in una
pluralità di intelligenze, la molteplicità di universi simbolici racchiusi nelle
forme culturali che l'uomo ha storicamente elaborato per rappresentarsi e dare
senso al mondo che lo circonda.
In particolare l'interazione di un sistema
cognitivo con le culture simboliche che lo coinvolgono non può che essere
mediata dalle specifiche tecnologie intellettuali mediante le quali si modellano
quei brainframes che gli consentono di ri-conoscere gli elementi
della cultura d'appartenenza.
Potremmo dire che dai diversi stili culturali
di produzione/comunicazione simbolica derivino diversi stili cognitivi di
apprendimento. Da un remapping sensoriale si configura
nell'individuo un remapping simbolico .
In riferimento, dunque,
al secondo punto è evidente, dalle caratteristiche tecniche dello strumento di
comunicazione (più o meno interattivo, monomediale, multimediale) e dal tipo di
trasmissione dei contenuti (lineare, non-lineare), che si costruisce la
connessione tra remapping sensoriale e remapping simbolico.
La letteratura
psicopedagogica e neurocognitiva degli ultimi anni ci conferma che i processi di
apprendimento si basano sull'organizzazione nell'individuo di una rete di
rappresentazioni mentali riccamente interconnesse mediante associazioni di
significato. Per il connessionismo il paradigma della cognizione non è il
ragionamento ma la percezione; in tal senso parliamo di ipertesto
cognitivo.
La multimedialità e la realtà virtuale, tecnologicamente
interattive e comunicativamente ipertestuali, attivano nel
soggetto/studente/utente una molteplicità di canali sensoriali, stimolando un
coinvolgimento emotivo che amplifica l'ipertesto cognitivo maturando un
interesse per l'apprendimento.
E' evidente che, quanti più canali sensoriali
e sistemi di simbolizzazione una tecnologia intellettuale riesce ad attivare,
tanto più lo sviluppo delle intelligenze risulterà globale.
E' da
considerare, dunque, come le tradizionali tecnologie intellettuali, lineari e
monomediali, abbiano sinora qualitativamente e quantitativamente influito in
maniera diversa sullo sviluppo cognitivo dei soggetti rispetto alle potenzialità
degli attuali new media .
Al di là della loro natura digitale,
essi interagiscono sia con l'emisfero sinistro del pensiero logico-razionale che
con l'emisfero destro del pensiero analogico-figurativo aprendo la scommessa di
poter ricongiungere in un doppio pensiero la "tedrade" che dovrebbe
consentirci non solo di comprendere il senso di ogni "artefatto" umano ma anche
di prevederne gli effetti (Minichiello, 1995, p. 17)
Che siano le nuove
tecnologie della comunicazione il nuovo ambiente percettivo/iper-simbolico nel
quale ricongiungere l'originario carattere dialogico della ragione pedagogica?
Abbiamo tutti accesso a tale nuovo remapping sensoriale e simbolico?
Tra
questi nuovi interrogativi una cosa certa è che, se l'apprendimento avviene
attraverso le emozioni, ed è dalle connessioni tecnologiche che si amplificano
le connessioni logiche, allora il problema didattico è la progettazione di
interfacce comunicative.
Chi saranno i nuovi "ingegneri della conoscenza"?
Sicuramente non un "cieco", un semplice tecnico che implementa un programma, né
uno "zoppo", un puro specialista delle scienze umane, ma un esperto in
tecnologie delle "intelligenze multiple" in grado di trasformare il sapere in
conoscenze utilizzabili.
Le nuove tecnologie intellettuali, infatti,
attraverso la multimedialità sono in grado di potenziare contemporaneamente una
molteplicità di sistemi sensoriali e simbolici, quindi le "intelligenze
multiple" dell'individuo: dall'intelligenza spaziale e linguistica (sistema
sensoriale visivo), all'intelligenza musicale (sistema sensoriale auditivo),
all'intelligenza corporeo-cinestesica (sistema sensoriale cinestesico) e,
attraverso l'ipertestualità, l'intelligenza sia logico-matematica (le
connessioni logiche tra i link), che interpersonale (il confronto disciplinare
con gli altri), e intrapersonale (la riflessione sulla storia dei percorsi di
lettura seguiti).
In riferimento all'ultimo punto è da sottolineare che
l'interazione con la tecnologia ipermediale, il selezionare/manipolare gli
oggetti sul video o "rileggere" la "storia" individuale della navigazione
ipermediale, recupera, in ambiente educativo istituzionale, quella pragmatica
della comunicazione, così intensa negli apprendimenti prescolari degli studenti,
in modo da eliminare la formazione di quei contrasti e stereotipi
dell'apprendimento tanto diffusi negli ambienti formativi istituzionali.
In
tale prospettiva si realizza, dunque, anche il vecchio sogno dell'attivismo
pedagogico dove il fare (anche su oggetti virtuali) è sinonimo del
pensare.
Le tecnologie dell'intelligenza collettiva
Proseguendo l'analisi sul cognitivismo dinamico, se
l'intelligenza umana riflette gli stili tecnologici di rappresentazione
simbolica, quali sono gli stili di intelligenza riflessi dalla
tecnologia?
Innanzitutto è da considerare che, già dalle concezioni
teologiche medioevali dell'intelligenza, è emersa l'idea di un intelligenza
unica e separata, la stessa per l'insieme del genere umano. Si parla di
intelligenza separata per riferirsi ad uno stato di contemplazione del principio
che la fa esistere, cioè Dio. Essa è pura e non si riferisce ad alcun
corpo.
Tale forma di intelletto è l'intelletto agente - l'Angelo
della conoscenza - la fonte irradiante che collega gli uomini a Dio. Gli umani
sono sempre intelligenti in potenza, ma passano all'atto solo quando sono
illuminati dall'Angelo della conoscenza. Per l'uomo il grado supremo della
felicità è quello di unirsi all'intelletto agente e di captare il più pienamente
possibile l'emanazione divina. L'influsso divino è ricevuto dalla facoltà
razionale degli uomini secondo diversi gradi di forza. L'intensità dell'energia
di conoscenza posseduta si diffonde orizzontalmente da anima umana ad anima
umana attraverso la comunicazione. Secondo tale concezione teologica colui che è
più capace di aprirsi al mondo che lo circonda e di ricevere l'insegnamento
degli altri e delle cose emetterà verso il mondo stesso la luce della ricchezza
e diversità che avrà conquistato.
E' evidente come l'"angeologia" sia stata
la prima forma della teoria della comunicazione. "Oggi attraverso la
telepresenza, l'ubiquità divina è divenuta un fatto terrestre. Ciò che un tempo
fu teologico, ora diviene tecnologico" (Lèvy, 1995, p. 23).
Nella versione
tecnologica, l'intelletto agente diviene lo spazio di comunicazione, di
negoziazione collettiva delle rappresentazioni della realtà, che emerge dalle
connessioni informatiche dei nuovi scambi comunicativi "orizzontali" (on-line).
Il ciberspazio costituisce oggi la dimensione tecnologica della teologia
medioevale attraverso cui gli uomini comunicano entrando in contatto con una
nuova dimensione del trascendente, che non è da essi separata, ma è l'estensione
memorizzata originata dalla contemplazione di sé stessi e nel loro
comunicare.
Estendendo, attraverso i media elettronici interconnessi, parti
della nostra coscienza individuale, istituiremo una dinamica co-evolutiva
mediante la quale l'intelligenza individuale si materializza in una tecnologia
che esprime un'intelligenza collettiva.
La computergrafica, la tecnologia
della realtà virtuale e della comunicazione in rete, potrebbero sviluppare un
"intelligenza retroattiva" (de Kerchove, 1991, p. 102) dove un collettivo
pensante "materializza" un pensiero collettivo.
Chi pensa? "Una intelligenza
collettiva"... "una intelligenza distribuita ovunque, continuamente valorizzata,
coordinata in tempo reale, che porta a una mobilitazione effettiva delle
competenze" (Lèvy, 1996, p. 34). Essa rappresenta lo scambio collettivo
d'informazioni e idee tra corpi virtuali (nuova forma degli Angeli della
conoscenza), riconducibili ad una nuova identità digitalizzata. L'era della
comunicazione digitale ha prodotto la progressiva perdita delle dimensioni
corporeo-referenziali smaterializzandole in una infinita rete di
memorizzazione.
Lo "stile cognitivo" di tale intelligenza collettiva è,
dunque, la esponenziale capacità di gestione delle informazioni e la
straordinaria velocità di interconnessione e ri-configurazione. Non c'è uso
senza torsione semantica re-inventiva.
Nello spazio comunicativo emanato
dall'intelligenza collettiva, ogni corpo virtuale incontra l'altro non più solo
come corpo, un proprietario di oggetti, ma come un "angelo", un'intelligenza in
atto: in atto per sé, ma in potenza per me. Se accetta di svelare il suo corpo
virtuale di luce esplorerò il suo sapere di vita e la sua vita nel sapere. Il
personaggio del profeta teologico lascia il posto all'esploratore tecnologico
che non smette di scoprire e imparare.
Bibliografia
De Kerckhove D. (1991), Brainframes, mente tecnologia,
mercato, trad. it. Baskerville, Bologna.
De Kerckhove D. (1994), Remapping sensoriale nella realtà virtuale e
nelle altre tecnologie ciberattive, in P. L. Capucci (a cura di),
Il corpo tecnologico, Baskerville, Bologna.
Gardner H. (1987), Formae mentis, Feltrinelli, Milano.
Lévy P., (1994), L'intelligenza collettiva. Per un'antropologia del
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Lèvy P. (1992), Le tecnologie dell'intelligenza, trad. it.
Synergon, Bologna.
Lèvy P. (1995), "Coreografia dei corpi angelici", in F. Berardi,
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Minichiello G. (1995), Il mondo interpretato, La Scuola,
Brescia.